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Il perché del mio Blog di Graffiti

Perché un Blog di Graffiti? Perché se dipingo graffiti, perché se artista, devo mettermi per forza a scrivere qualcosa?

A chi interessa?

Perché non lascio parlare solo le foto e i lavori e dei miei graffiti?

Bellissime le domande, le mie risposte giudicatele voi, commenti e feedback e critiche costruttive sono la base per capire come si è visti non solo dagli occhi degli altri, ma anche dalla loro testa e dal loro cuore.

Eccole:

Perché ho voglia di condividere le mie ricchezze: le esperienze che ho avuto nella mia vita, legate al mondo dei graffiti, dell’arte murale e del mio lavoro di artista, di decoratore di interni e dei miei viaggi.

Ma perché? devo scrivere? Chissenefrega?

Perché alcune persone sono interessate e affascinate dalla mia vita, dal mio lavoro, dai miei viaggi appunto. E mi fanno molte domande e mi ritrovo spesso a dover dare le stesse risposte, che do con piacere, ma voglio dedicare più tempo per gli altri e anche un pò per me stesso, per fare un’aspecie di diario di bordo. Anche se qui devo raccontare anche esperienze del passato, diciamo degli ultimi 20 anni, di graffiti e non.

“prendimi per mano, ti insegnerò a viaggiare sognando di non tornare”

1997: dove tutto iniziò… La prima pagina del mio primo book. Il muro dopo quello in alto fu la mia prima pubblicazione su una rivista di rilievo: Aelle. Dopo 6 mesi di hall of fame…

Un altro motivo è perché quando vivo la mia vita sociale e sono a cena, o a fare un aperitivo, alcuni sono interessati a me, mi fanno domande e sono affascinati all’ascolto, mentre ad altri da fastidio o non interessa. Tutto giusto, le persone sono diverse, ci sono background diversi, e il tutto va sommato a molte variabili.

Ma perché devo essere ascoltato da gente che non ne ha voglia?

Quindi questo mio nuovo progetto è per non rompere a chi non è interessato, ma dare una traccia a chi lo è.

Le risposte sono semplici, ma costruite nel corso di anni:

Prendo alcuni personaggi a caso che amo e che ammiro profondamente: Leonardo Da Vinci, Max Weber, Aristotele, Che Guevara, Tupac Amaru Shakur, Andy Garcia, Karl Marx, Nietzsche, Winston Churchill, John Maynard Keynes, Check Anta Diop, Takeshi Kitano, Nelson Mandela, Allen Iverson.

Che cos’hanno in comune questi personaggi? Semplice:

tutti si sono occupati e hanno lasciato il segno in più di una disciplina, tutti sono stati quasi più odiati che amati, considerati personaggi controversi, soprattutto nella loro specifica epoca.

Tutte sono persone che hanno detto quello che pensavano, anche andando contro la loro società, anche andando contro a regole e leggi scritte o non scritte. Tutti sono stati messi in discussione per la loro illuminazione, o per le loro idee o per aver detto la verità.

Io mi sento come loro? Certo che no, sono solo dei modelli, degli artisti-scrittori, poeti, scienziati, storici, letterati e altro ancora, che ammiro profondamente e che ho preso come esempio, etico, intellettuale, spirituale.

Magari dopo queste quattro righe potete pensare due cose:

1) Per farmi “grosso” parlo di cose che non so per apparire agli occhi di qualcuno come ciò che non sono.

2) Non sono un coglione qualsiasi.

In conseguenza a quanto scritto qui sopra riguardo questi irraggiungibili… Non voglio precludermi in un cerchio o in una nicchia rispettandone le regole.

Graffiti… street art… murales?

Voglio vivere come un essere pensante, attivo, libero e che libero di amare e di amare cose diverse, e di parlare delle mie conoscenze ed esperienze di vita , intellettuali e culturali. Voglio essere libero di fare il genere di arte che mi pare, senza essere catalogato per forza all’interno di una nicchia, mi sembra troppo riduttivo.

Jimy Hendrix, Ray Charles, i Rolling Stones…. sono musica, non sono un genere musicale!

Non mi interessa avere seguaci come pecorelle, non sono un pastore, sono un cane sciolto, o meglio: sono un mio lupo e mezzo leone sciolto. E questo è il ruolo che più mi si addice, dove posso essere il “me stesso” che ammiro di più.

Libero di essere e di esprimermi, in un mondo che costantemente preclude questa libertà nell’essere.

Anche tra i graffiti, anche tra i “vandal graffiti” ci sono dei canoni di comportamento.

La gente non sa neanche il motivo per cui assume certi comportamenti, rispettano queste regole e questi atteggiamenti solo perché hanno paura di non essere accettati all’interno della stessa nicchia.

Un pò come un Ultra che salta, canta o picchia, perché se non lo facesse non potrebbe essere parte del gruppo o non ne sarebbe rispettato.

Fortunatamente ho avuto un padre che anche a costi alti (non economici, ma affettivi e di energia) mi ha insegnato a leggere tra le righe di tutto e a sviluppare una mia personalità.

Grazie papà.

C’è un buon merito, o colpa se volete, in te, papà, se il mio stile si riconosce da 100 metri.

Se me ne fotto di quello che le pecore pensano e/o dicono, se ho una etica sufficientemente sviluppata, da non necessitare di regole o leggi imposte, perché ci arrivo da solo a non fare del male agli altri.

O forse del male glie ne faccio, inconsciamente. Semplicemente essendo chi sono, dicendo quello che penso e motivando le mie risposte.

Non accetto a prescindere delle regole scritte o non, solo per essere accettato o amato, posso vivere da solo come una tigre o come un lupo. Posso morire, o ferirmi più volte, ma posso anche sopravvivere ovunque e in qualsiasi situazione e questo grazie alla consapevolezza che ho acquisito nella mia vita, grazie alle mie esperienze.

La cosa più importante nella vita è rispettarsi e amare se stessi.

Piacersi. Essere l’uomo e l’artista che vorrei essere.

Io ci sto provando tutti i giorni per circa 12 ore in media, da anni. Sono nella strada, ci sto mettendo tutto me stesso per riuscirci, la strada è ancora molto lunga, ma è anche quello il piacere.

Perché se fosse corta, cosa farei dopo? mi siederei su una poltrona in una campagna del midwest o in qualche spiaggia a guardare il cielo? Sono cose bellissime, ma prima che non avrò più niente da fare, o obbiettivi personali… non so neanche se Dio mi darà una vita così lunga.

Quindi tiriamo fuori un po’ di sano cinismo e concentriamoci sulle cose concrete. Sul fare, sui fatti, prodotti e numeri.

Le cose che non sono opinionabili nella vita.

Il resto sono polpette volanti, unicorni, zucchero filato e aria fritta. Tenetevele voi se vi interessano.

La prima pagina del mio book

Welcome to my blog da ragazzino, targata 1997 inizia con la frase con cui chiudo questa intro:

“prendimi per mano, ti insegnerò a viaggiare sognando di non tornare…”

Ebbene… Vieni con me dentro ad una vita all’avventura, fuori dal comfort, con delle regole mie, in posti dove non sei mai stato tu che sei di lì…

Rozzano, Milano 2018
35×12 metri totali.
Rep. Dominicana 2016
Santo Domingo: Marte la vuoi fare una pubblicità? E io: ma con la mia faccia? siete sicuri di ciò che fate?
Il mio muro di “Benvenido a Miami!” Art Basel, Wynwood, Miami 2016

Quando con 2 polsi rotti sono andato a Barcellona in auto, ho dipinto 3 muri in un pomeriggio e una mattina, ho fatto un paio di mangiate e in 3 giorni ero a casa…

Rio de Janeiro 2016
La nascita del “caipirninha style”
Mboro, deserto senegalese 2019
Ho visto e fatto cose in diversi continenti, che non sono le cose che si fanno quando si va in villegiatuva.
2017
Quando sono caduto dalla scala a 6 metri di altezza…
settima edizione, 2015
Il primo Europeo ( con il francese Noetwo, nella foto) a partecipare al “meeting of Favelas” il festival di graffiti più grande del mondo
Marocco 2018
I compagni della mia crew NHR mi deridono mentre russo come un trattore in treno, attraversando il Marocco
Bambini, animali, anziani, giovanotte… ho condiviso un pò della mia energia e del mio amore. Tranne a chi si è messo contro di me
Stati Uniti e Messico 2013
Marte vuoi venire 70 giorni gratis in USA e Messico a dipingere dappertutto? certo che si! vamosssss!!!!
Parigi 2016
Provando in anteprima il comfort di una fura vetrina di Maison Margela
La persona più leale che ho incontrato in vita mia? Il mio cane, Miele. La motivazione di dipingerla dopo la sua morte mi ha spinto ad iniziare finalmente a disegnare soggetti.