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Un episodio di graffiti, di vita e professionale di 5 anni: prima parte: vivere in studio, un seminterrato senza doccia, bidet e cucina. Per 8 mesi.

Da due settimane non pubblico sul mio blog di mural art e di vita

perché?

Parte prima

Perché il 30 Dicembre ho smontato la cucina, ultimo locale di casa mia non ristrutturato, e ancora datato anni ’80 o ‘90, per essere gentili.

E niente, la smonto e come in ogni locale quando togli cose che sono li da 40 anni trovi tante belle sorprese.

Morale: il 2 gennaio avevo: la cucina nuova in sala e corridoio, la vecchia nel mio magazzino/laboratorio, studio inagibile tra scatoloni di cibi, pentole, oggetti, piante e altro. Tanto inagibile da non poter neanche accendere il computer. Tanto inagibile che sono entrate le gatte ed erano come a gardaland. In 3 ore a cercare di prenderle in una stanza piena e ordinata come delle macerie in un camion di monnezza. Qualsiasi cosa mi venisse in mente era un ago nel pagliaio.

Beh non ve ne fregerà niente, e vi risparmio tutti i dettagli di impianto a gas nuovo, muri buttati giù, giornate senza acqua calda, paste cucinate in balcone con il fornello del campeggio, come ha potuto vedere chi segue le mie instagram stories. E in due settimane e mezzo non abbiamo ancora finito.

niente in confronto a com’era qualche giorno fa. Almeno ora è agibile

Qui sotto la foto dello stato attuale del mio studio, ora che sto scrivendo.

Amina sta pulendo, io le ho domandato se le servisse aiuto, o se potessi scrivere il mio blog. E lei con una voce tipo Hulk ha risposto: “Naaaaaa! tu non sei capaceeeee” e cosi senza obbiettare mi sono seduto in studio, per voi e anche per me.

Perché vi racconto questo?

Cosa c’entra con i graffiti? con il mia lavoro? con la mia arte? con la mia vita pubblica che può interessare a voi amici lettori?

La mia risposta può farvelo capire: Perché la mia vita è stata un enorme sbattimento. Con centomilamigliaia sbattimenti nella mia vita privata, e oggi vi racconto un episodio, che può essere considerato l’inizio dei miei sbattimenti nella vita privata:

Buona lettura!

Nel 2015 torno da un viaggetto di 2 mesi e qualcosa: Peru, San Paolo. Porto Alegre, Rio Grande du Sul, Pontagrossa, Curitiba, Rio de Janeiro, San Paolo ancora.Poi quest’altro periodino ve òo racconterò nello specifico ma non c’entra nella storia di oggi.

Qualcuno dei muretti in Brasile 2015

A metà viaggio per cause che racconterò un giorno che segnarono rapporti in quei tempi importanti, con alcune persone intorno a me, scopro che mia madre ha un tumore. Ero da solo in mezzo al Brasile senza parlare portoghese, ancora. non potevo neanche tornare perché in quel momento non avrei potuto fare un altro biglietto, e comunque in maniera razionale non capivo cosa sarebbe potuto cambiare, dal momento che ne ero all’oscuro, che sarei tornato in qualche settimana, e sarebbe stata operata presto.

Torno il 2 Dicembre (San Paolo), casualmente, da San Paolo e mia madre era stata operata al San Paolo. Grazie a Dio sta benissimo ora, e io a amo follemente, è una mamma magnifica. Tutti pregi e un unico difetto: ha la capacità soprannaturale di mettermi un ansia terribile, nessuno la può pareggiare.

Va beh, torno, in mezzo a questo casino, da un viaggio dove ad occhio e croce ho dipinto in uno o due festival a settimana, ho prodotto circa 5-7 muri a settimanaho dormito in un hotel a Lima durante l’evento dove dopo mezza giornata saltò l’acqua e mi lavavo con le salviette. Ho dormito a San Paolo una settimana in un palazzone occupato in centro, dove per entrare bisognava dire la parola d’ordine, che cambiava ogni 24-36 ore. Faceva talmente schifo quel posto che di notte mi svegliavo e avrei voluto alzarmi nell’aria per non toccare niente. tanto che gli ultimi 2-3 giorni ho dormito in balcone senza materassino, che era nettamente più sporco e unto rispetto alla superficie all’aperto.

Ma queste avventure le racconterò più nello specifico poi, per ora vi do solo una idea per farvi capire più o meno in che stato mentale e psicofisico potessi essere. E tutto questo per fare il mio percorso e per dipingere. per fare ciò che amo. E anche per essere chi sono oggi.

Un pò di street, giusto per ricordare vecchi tempi andati. Tra i 15 e i 70 minuti.

Quindi, riparte la mia vita in Italia, a Milano. Mia madre appena operata, io che devo lasciare la casa dove abitavo in affitto per fine dicembre, quindi avevo un mese per organizzarmi. Stavano organizzando una piccola jam di quartiere in Famagosta, mi chiama uno degli organizzatori il giorno che ero arrivato in Italia dal Brasile, ero in ospedale da mia madre con mio padre che mi insultava perché non ero tornato. Mi chiama uno degli organizzatori e mi dice: “tu dipingi nel sottopassaggio” e io risposi un pò seccato: “ è da Marzo che sono in giro per due continenti a fare festival, ho appena dipinto e tenuto una lezione in una facoltà di architettura in Brasile, sono stanco, non ho alcun interesse a dipingere in un sottopasso”. Finì che mi spostarono e mi diedero un muro migliore, ma ovviamente per chi non sapeva niente di tutto ciò che avevo vissuto e che dovevo vivere avranno pensato al peggio. Ma io non ho mai sentito nella mia vita il bisogno di giustificarmi quando so che ho ragione.

Muro nella facoltà di architettura di Rio Grande du Sul, Porto Alegre. In questo viaggio i locals iniziarono a chiamarmi “El Gringo Gaucho”. Lo straniero di casa, praticamente. E mi piaceva il soprannome, soprattutto la parte “Gaucho”. Essendo Ronaldinho il mio giocatore preferito di sempre.

Poi sinceramente permettetemi di dire anche che stavo vivendo esperienze tra sponsor, pubblicazioni, viaggi, che mi hanno portato qualche gelosia e invidia. Come spesso capita in questi casi, me ne hanno dette e fatte un pò per provocarmi o per irritarmi. Ma io avevo e tutt’ora ho un percorso da seguire e rispettare che io mi sono prefissato che non mi permette di perdere tempo ed energie in cose che reputo futili, oltre che un passo indietro nella mia arte, nella mia vita o anche nella mia persona. Non sono un ragazzino da panchine di quartiere. 

“Carlito’s Way” con il grande Al Pacino mi ha insegnato che a volte quando vivi con codici particolari e vuoi crescere, se riprendi quei codici puoi fotterti da solo. E quindi sono andato avanti.

Ho dovuto lasciare quella casa prima, perché ho ricevuto minacce e stalking, che è durato 4 anni. Pere la cronaca questa persona ha anche scritto a mia moglie, quest’anno. Non è assolutamente il caso di parlare di questo ora, non voglio dare importanza a certe cose, ma non posso nascondere che mi abbiano fatto soffrire, ma che ho superato, ma ci è voluto del tempo. Cose che ci rendono più forti insomma. Mai avrei pensato che fosse potuta accadermi una cosa del genere Ci sono state alcune persone, in particolare due, che da quel momento e per un paio di anni hanno cercato di distruggermi. Io nono sono ne un cattivo ne un violento, non mi piace fare del male agli altri. 

Cito una parte di strofa di Lauryn Hill, la mia cantante “contemporanea” preferita, tanto da chiamare una delle mie due gatte come lei:

“Now don’t understand man universal law

What you throw out comes back to you, star

Never underestimate those who you scar

Cause karma, karma, karma comes back to you hard

You can’t hold God people back that long

The chain of Satan wasn’t made that strong

Trying to pretend like your word is your bond

But until you do right

All you do will go wrong

Now some might mistake this for just a simple song

And, some don’t know what they have til it’s gone

Now even when you’re gone, you can still be reborn

And, from the night can arrive the sweet dawn

Now, some might listen

And some might shun

And some might think that they’ve reached perfection

If you look closely you’ll see what you’ve become

Cause you might win some but you just lost one”

Prima di Natale lascio quell’appartamento e torno dai miei, con Miele.

Sono davanti ad un bivio: prendermi un appartamento da solo con Miele e lavorare in un monolocale, o prendere una stanza in una casa in condivisione e prendermi uno studio, che era il mio sogno, ma non avevo mai avuto. 

Scelgo la seconda. Trovo lo studio, i primi di Gennaio, entro l’8, ricordo. Cercare studio e stanza insieme era impossibile, allora recupero un letto a soppalco, per non vivere dai miei e inizio a vivere in studio intanto che mi sistemo un attimo con trasloco e tutto, con il pensiero di cercare la stanza appena sistemato. Anche perché in studio non c’è né doccia, né bidet, ne cucina.

Ovviamente trovo soluzioni, per i primi giorni, il mangiare non è un  problema, fornelletto elettrico gas da campeggio, col supermercato di fronte ogni giorno mi gestivo, avevo vissuto peggio, per lavarmi compro una bacinella per usare il lavandino, ma ai primi appuntamenti, che arrivano la prima settimana stessa, chiamavo gente tipo: “hey devo uscire con una, posso venire a farmi una doccia a casa tua?”

Passano 7-10 giorni e inizio a cercare la stanza, ma non trovo nulla perché nessuno vuole un cane in casa in quelle situazioni. E vivrò in studio da Gennaio ad Ottobre.

Qualche immagine che rappresenta qualcuna delle mie contraddizioni: (Da in alto a sinistra)Un Hotel in Toscana dove ho alloggiato durante un lavoro / Casa di qualcuno dove dormii qualche giorno, non mi ricordo dove/ Vista da una terrazza in Porta Nuova,Milanbo appartamento di un cliente/ Indecisione su dove andare nel mondo/ una immagine di un festival / l’inizio di una delle tante feste sane a cui ho partecipato/ Il bagno di un writer che mi ha ospitato in Brasile /Porta Nuova senza ancora giardini visti dal 34esimo piano. Il piano residenziale più alto di Italia. (Torre Solaria)/ Io e Miele in giro per l’Europa in campeggio/ Un altro Hotel Carino, questa volta Brasile/ Bella cittadina Troia, In Puglia. Terra del Nero di Troi. Visita di piacere mentre ero a Foggia per lavorare per un famoso brand di borse/ la mia campcasa mobile/ Uno dei casi dove mi andò particolarmente bene in Hotel con una bella Jacuzzi (che mi diverto a chiamare Yakuza)/ si parte / Meeting of style Peru nel bus direzione evento/ per le strade di Lima/ Vita Opraia, Rio de Janeiro. Muro mio dietro e polizia davanti/ La prima volta in vita mia che ho visto un bus dentro una casa, sempre Rio/ Vista di Rio da una della mia stanza di Hotel/ La mia cameretta 4 stelle dove mi viziavo gratis a Pinerolo.

In quel periodo ho fatto degli errori gravi perché ero poco lucido, in particolare i miei grandi errori di valutazione sono stati:

  1. Pensare di poter vivere a “casa” cioè Milano, come un vagabondo per i 5,6,7 mesi dell’anno che ero in giro.
  2. Non valutare che avere un buco di studio, a 6,7 minuti di auto dal BOX (ricordatevelo questo posto, perché tutto quello che io faccio da anni parte da questo BOX e ne parlerò più avanti), dove avevo materiali, mobili, anche scatoloni di vestiti piazzati per uno o due anni senza toccarli e quasi dimenticarl, avrebbe causato chiari problemi sia strategici, sia organizzativi, sia psicologici.
  3. non coccolarmi, vivere al limite senza viziarmi o senza volermi del bene, nel massimo della severità possibile verso me stesso, per il raggiungimento di livelli, di obbiettivi, di step, in quel momento solo legati ai graffiti e alla mia attività professionale nel suo generale. Mentre nel frattempo organizzavo un festival, internazionale, con più stranieri invitati partecipanti per quattro anni di fila di qualsiasi altro festival in Italia e collaboravo con un brand di spray italiano, per i quali dovevo andare una o due volte al mese in piemonte in un bel 4 stelle bello servito e riverito (e almeno sapevo che ogni mese almeno quel piccolo vizio lo avrei avuto), e questo duro un paio d’anni. Ma per quattro spiccioli e qualche spray pensavano di avermi comprato chiamandomi sabato e domenica o in vacanza per “parlare” o risolvere casini di altri. 

I ain’t nobody’s bytch babies. Never. so good look and goodbye, i don’t need you.

Alcuni penseranno “ma Marte è fuori”, beh non sareste di certo i primi comunque.

Ma giustamente chiudo la puntata con il finale di questo capitolo della mia vita:

  1. trovai la soluzione fissa per lavarmi tutti i giorni a pochi minuti dallo studio.
  2. a Marzo dell’anno successivo spesi 9000€ di Cesso nella mia casa, si quella della cucina.
  3. comunque tra i mille sbattimenti, gli avvenimenti di vita privata non troppo a favore, con conseguenti up and down nella mia psiche, il 2016 è stato uno degli anni dove ho dipinto di più, è stato0 determinante per la mia crescita sia artistica, sia professionale, sia spirituale e dove ho iniziato a cambiare i punti di vista su diverse situazioni della vita. Tra cui i graffiti, il senso di  crew, i social, il lavoro legato ai muri e anche tutti i possibili collegamenti tra questi argomenti.
  4. ammetto che fu anche uno dei miei periodi tipo black book Diary of a….. dove sulle avventure specialmente notturne potrei veramente aprire un altro blog magari anche più interessante e stupefacente di questo. Ma sarebbe un vietato ai minori. Per ora queste storie me le tengo per cene e aperitivi tra intimi, quando mia moglie non sente. E comunque non avrei foto a comprovare i miei racconti, dovreste fidarvi sulla parola….E comunque quando leggerà questo fine capitolo mi farà il culo e se non me lo farà adotterà altre strategie che le donne sanno rendere molto più pericolose e agoniose… va beh, chi vivrà vedrà. che cos’è l’amor….

PS: “ Capisci la spocchia se capisci il sacrificio” frase di Marracash, significa proprio questo: 9000€ di cesso. Con tutte le battaglie che ho avuto di mezzo, gli haters, gli invidiosi, chi ha cercato di mettermi i bastoni tra le ruote ( e ce ne sono stati). Potete sempre prenderla come se fossi arrogante, o capire che alcuni motivi, oltre al linguaggio tipico della cultura hip hop li avrei. Tratto dalla canzone “Nulla accade mai per caso”. Effettivamente posso riprendere quel teto dalla frase precedente: “ Vendico il tuo reddito, non sento le rime dei rapper (o writer nel mio caso), perché non soffro il solletico. Non sono cambiato, ho solo un altro domicilio, capisci la spocchia se capisci il sacrificio….. ho corso come uno schiavo per marciare come un re”.

E comunque…. in questo anno 2016), per tanti motivi, inizio a capire che dovrei marciare da solo. Non mi sento più capito da nessuno delle persone che ho intorno, né dai miei famigliari, né dalla mia crew. Io avevo visto e vissuto tante cose in questi anni, che loro non hanno visto e vissuto mai, non mi potevano capire. Quello che era cambiato  ero io, il mio modo di vedere il mondo, i graffiti, la vita , era cambiato. Tutti loro erano rimasti dove li avevo lasciati, in senso prettamente geografico, io ero andato in giro. Da emotivo questa cosa la ho vissuta malissimo. Motivo per cui ho una grande ammirazione per le persone fredde e sempre razionali, io in certi casi non ci sono quasi mai riuscito. Nel mio passato.I motivi erano tanti e tante tra le strade ne sono state dette. La mia verità, a grande richiesta la scriverò qui. Perché questa domanda mi è stata fatta tante volte: “come è finita con la N1?”  Quindi se sei interessato anche a questo genere di gossip seguimi che presto dirò le mie verità e i miei punti di vista.